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Articles by Julie Ackerman Link

Un dolce promemoria

Quando fu scoperta la tomba del re egizio Tutankhamon nel 1922, la trovarono piena di oggetti che gli antichi Egizi credevano sarebbero serviti nella vita ultraterrena. Oltre ad oggetti come scrigni d’oro, gioielli, vestiti, accessori, armi, trovarono un vaso pieno di miele, ancora commestibile dopo 3,200 anni!

Pieno sole

Lo so, eppure continuo a provarci. Le istruzioni sull’etichetta sono chiare: “Necessita pieno sole”. Il nostro giardino è quasi tutto all’ombra. Non è adatto a piante che richiedono una posizione molto soleggiata. Ma a me quella pianta piace. Mi piace il colore, la forma delle foglie, la grandezza, il profumo. Così la compro, la pianto, e me ne prendo molta cura. Eppure la pianta continua a non essere felice a casa mia. La mia cura e le mie attenzioni non sono sufficienti. Ha bisogno della luce del sole, e io non posso fornirgliela. Pensavo di poter compensare la mancanza di luce dando alla pianta altre attenzioni. Ma non funziona così. Le piante hanno i loro bisogni.

Prendere nota

Quando pulisco la mia casa per un evento speciale, mi sento scoraggiata perché penso che i miei ospiti non noteranno cosa ho pulito, o solo ciò che non ho pulito. Questo mi ricorda una domanda più filosofica e spirituale: perché noi umani notiamo più rapidamente cos’è sbagliato, invece che ciò che è giusto? Siamo più inclini a ricordare la rudezza che la gentilezza. I crimini sembrano ricevere più attenzione delle azioni di generosità. E i disastri afferrano la nostra attenzione più velocemente che la profonda bellezza intorno a noi.

Un pezzetto di cielo

Il giardino botanico che si trova dall’altra parte della strada rispetto alla nostra chiesa, era il luogo ideale per l’incontro della chiesa al completo. Mentre camminavo tra i giardini, salutando persone che conosco da anni e ammirando il modo meraviglioso in cui i botanici si prendono cura delle piante, ho realizzato che la serata era ricca di simboli di come una chiesa dovrebbe funzionare: un pezzetto di cielo sulla terra.

Il miglior tipo di felicità

Ma lo fanno tutti!”: mi sembrava un’argomentazione convincente quando ero giovane, ma non lo era. I miei genitori non hanno mai dato retta a questo tipo di lamentele, non importa quanto disperatamente volessi il permesso di fare qualcosa che loro pensavano fosse pericoloso o poco saggio.

Come essere perfetti

Il Natale è quel periodo dell’anno in cui aumenta la pressione di essere perfetti. Immaginiamo la celebrazione perfetta e poi ci mettiamo tutto l’impegno possibile perché si realizzi. Compriamo i regali perfetti. Organizziamo il pranzo di Natale perfetto. Scegliamo le cartoline natalizie perfette o scriviamo inviti perfetti. Ma i nostri sforzi portano allo scoraggiamento e alla delusione, perché la nostra abilità di immaginare la perfezione supera la nostra capacità di realizzarla. Quei doni scelti con tanta cura ricevono scarsa riconoscenza. Parte del pranzo è scotta. Poco dopo averle inviate, ci accorgiamo che nelle cartoline che abbiamo scritto, c’era un errore. I bambini litigano per i giochi. Gli adulti discutono riguardo a vecchie questioni.

Il dono perfetto

Ogni anno il nostro giardino botanico locale ospita la celebrazione del Natale, con rappresentazioni da tutto il mondo. La mia rappresentazione preferita è la natività francese. Al posto della tradizionale scena con i pastori e i sapienti raccolti intono alla mangiatoia che portano oro, incenso e mirra, questa rappresentazione mostra contadini francesi che portano i loro regali al bambino Gesù. Portano pane, vino, formaggio, fiori e altri doni che Dio ha dato loro l’abilità di produrre. Mi ricorda il comandamento dell’Antico Testamento di portare le primizie del nostro lavoro alla casa del Signore (Esodo 23:16-19). Questa raffigurazione della Natività illustra che ogni cosa viene da Dio; di conseguenza, tutto ciò che possiamo portare a Dio è qualcosa che abbiamo ricevuto da Lui.

Vedere noi stessi

Molto tempo fa, prima dell’invenzione degli specchi o delle superfici lucide, la gente raramente vedeva la propria immagine. Pozze d’acqua, sorgenti e fiumi erano alcuni dei pochi modi in cui vedere se stessi. Gli specchi hanno cambiato le cose. Poi, con l’invenzione della fotografia, il fascino del nostro aspetto è cresciuto ancora e ha raggiunto un altro livello. Attualmente, abbiamo immagini di noi stessi quasi di ogni istante della nostra vita. Questo è un bene per i nostri album fotografici o per tenere insieme i ricordi di famiglia, ma può essere un danno per la nostra salute spirituale. Il divertimento nel vedere la nostra immagine in fotografia può portarci a concentrarci solo sull’apparenza e a lasciarci con un interesse minimo nell’esaminare il nostro interiore.

Diventare invisibili

Nel posto in cui vivo, questo è il periodo dell’anno in cui le piante evitano la morte restando sottoterra, in attesa che ci siano di nuovo le condizioni per venire fuori. Prima che arrivi la neve e che il suolo si ghiacci, le piante lasciano cadere i loro fiori e si ritirano in un luogo in cui possano riposare e risparmiare le energie per la fioritura della prossima stagione. Contrariamente a quanto sembri, non sono morte; sono dormienti. Quando la neve si scioglie e il suolo si riscalda, le piante alzano di nuovo i loro capi al cielo, salutando il loro Creatore con i loro colori brillanti e le loro delicate fragranze.